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Associazione tra carotenoidi e demenza. Uno studio statunitense.

 

Lo stress ossidativo, che è una forma di stress metabolico che insorge a causa di uno squilibrio tra la produzione di forme reattive dell’ossigeno (ROS) e i meccanismi antiossidanti che lo contrastano, ha ricevuto una notevole attenzione della ricerca dato il suo possibile ruolo nel rendere i neuroni maggiormente suscettibili ai processi neurodegenerativi. In passato, studi epidemiologici hanno evidenziato come seguire una dieta ricca di antiossidanti, tra cui i carotenoidi – che sono i pigmenti colorati delle piante – potrebbe aiutare a mitigare il danno ossidativo attraverso la riduzione del ROS. Tuttavia, nessuno studio aveva ancora indagato la relazione tra carotenoidi e sviluppo della demenza (in particolare nella demenza di Alzheimer).  Gli autori di questo studio longitudinale hanno seguito nel tempo, per un periodo fino a 26 anni, un gruppo di 7.283 soggetti di mezza età (45+ anni) e più anziani (65+ anni), per i quali fossero disponibili biomarcatori nutrizionali sierici. Gli autori hanno osservato che – tra i carotenoidi – la luteina+zeaxantina sierica risultava essere associata ad un minor rischio di demenza nel gruppo 65+; la β-criptoxantina, invece, risultava essere associata ad un minor rischio di demenza in entrambi i gruppi (45+ e 65+).

Sono, tuttavia, necessari ulteriori studi per valutare se l’integrazione nella dieta di questi particolari carotenoidi (principalmente presenti nel cavolo verza, nei broccoli e in molti altri ortaggi dello stesso colore così come in frutti e vegetali di colore arancio come i peperoni rossi e gialli, zucca, carote, albicocche e mango), possa risultare in un effetto neuroprotettivo.

Potete trovare l’articolo originale al seguente link:

https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/35508396/

Ultimo aggiornamento : 02/08/2022