Le stime di prevalenza della demenza parlano di circa 44 milioni di persone affette da demenza in tutto il mondo, con un numero che dovrebbe triplicare entro il 2050. Tra i fattori di rischio potenzialmente modificabili, che possono conferire fino al 40% di rischio in meno di sviluppare demenza, l’attività fisica è uno dei più studiati. Tuttavia, è ancora da stabilire l’effetto che il tempo dedicato, la frequenza o la continuità dell’attività nel corso di tutta una vita possano avere sulla cognitività o se, peraltro, vi siano periodi così detti “sensibili” per l'esposizione all'attività fisica che conferiscano un particolare beneficio sulla salute cognitiva.
I partecipanti del presente studio sono 1417 persone seguite dalla nascita e per tutto il corso della vita. Per esaminare l'effetto cumulativo dell'attività fisica sull'età adulta, gli autori hanno studiato la forza delle associazioni tra una serie di test cognitivi eseguiti all'età di 69 anni e la partecipazione ad attività fisica, indagata mediante questionari all'età di 36, 43, 53, 60-64 e 69 anni e di conseguenza hanno classificato i soggetti come segue: non attivi (nessuna partecipazione ad attività fisiche/mese); moderatamente attivi (partecipato 1-4 volte/mese); attivi (partecipato 5 o più volte/mese). I risultati dimostrano che essere fisicamente attivi, a qualsiasi età e in qualsiasi misura (partecipando almeno una volta al mese ad attività fisiche), è associato ad un miglior status cognitivo all’età di 69 anni; ma l’associazione più forte è stata osservata per coloro che praticavano attività fisica più a lungo e in modo continuativo.
Questi risultati sottolineano l’importanza di promuovere iniziative educative rivolte alla popolazione che incoraggino gli adulti inattivi a essere fisicamente più attivi e gli adulti già attivi a mantenere tali attività, poiché uno stile di vita fisicamente più attivo, già in età giovane adulta, potrebbe conferire benefici sulla salute cognitiva in età avanzata.
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